lunedì 31 ottobre 2016

"Vedo streghe spaventose
cavalcar scope focose;
vedo mummie sorridenti
e fantasmi fluorescenti;
vedo anime dannate
e anche zucche colorate;
vedo pipistrelli a frotte
svolazzare in questa notte.
Perché vedo tutto questo
dimmi un po’, te lo sei chiesto?
Perché ora, adesso, infin
è la notte di Halloween!"


Buon Halloween a tutti!

domenica 30 ottobre 2016

Tutto pronto per la festa di Halloween?
Manca solo un giorno!
Addobbate le vostre case e distribuite i dolcetti ai bambini...
altrimenti vi faranno uno scherzetto...
e chissà quale!


ATTUALITÀ

Oggi vorrei soffermarmi sugli effetti del terribile terremoto che in questi giorni non smette di far tremare i cuori della gente, le loro case ed i monumenti artistici più antichi in Italia.
La foto rappresenta il centro storico di Norcia l'istante prima della catastrofe...
La stessa piazza ora accoglie gli abitanti che non sanno in quali condizioni è stata ridotta la loro casa dopo la scossa.
I volti di queste persone sono sconvolti e le loro ginocchia sono poggiate sul pavimento della piazza, in segno di preghiera.
Pregano che tutto finisca presto.


Il danno maggiore è stato riportato alla Basilica di San Benedetto.
La sua costruzione risale al XII secolo e lo stile architettonico è un insieme di elementi gotici e del barocco.
Solo la facciata e parte delle navate sono rimaste in piedi dopo la scossa più forte.


La facciata, a capanna, presenta un paramento murario in blocchi lapidei e coronamento apicale di forma triangolare.
Nella parte inferiore del prospetto si apre un unico portale, sormontato da una lunetta ogivale con gruppo scultoreo raffigurante la Madonna col Bambino fra due angeli adoranti.
Ai lati vi sono due statue, San Benedetto a destra e Santa Scolastica a sinistra.
Ai lati del rosone, invece, vi sono quattro bassorilievi raffiguranti i simboli degli Evangelisti.
La facciata era sormontata da due pinnacoli e da una croce marmorei, rimossi in via precauzionale dopo il sisma.



Il rosone è ancora intatto e si spera che riesca a reggere a lungo.


All'interno la basilica era a forma di croce latina, con un'unica navata coperta con capriate lignee.
L'abside e la calotta all'incrocio del transetto, come le pareti laterali della navata, si presentavano nelle forme della ricostruzione settecentesca.
Al di sotto della chiesa, si trovano la cripta a tre navatelle e un'area archeologica con i resti di una domus romana di epoca imperiale.

sabato 29 ottobre 2016

Mancano due giorni ad Halloween!
L'aria diventa sinistra e le strade sono sempre più buie... 
Preparatevi a tremare!


venerdì 28 ottobre 2016

Nome delle sculture: "Wire Fata" (Fata realizzata con filo)
Chi l'ha create: Robin Wight
Dove si trovano: The Trentham Estate>>, Birmingham, Regno Unito


L'artista inglese ha incantato il mondo intero con le sue incredibili sculture.
Egli è specializzato in creazioni realizzate con filo di acciaio inossidabile, e per The Trentham Estate ha preparato una serie di meravigliose sculture di fate.



Tutte le opere d’arte che si trovano nel Trentham Garden, sono posizionate in modo tale da amalgamarsi completamente con la natura circostante.
Lo scultore spiega la sua filosofia: "Cerco di progettare sculture in movimento, in modo da spingere le persone che le osservano a chiedersi <ma come ha fatto a realizzarle>?"

"L’artista dopo che ha lavorato deve sentirsi stanco, eccitato, qualche volta felice e quasi sempre insoddisfatto."
-Giacomo Balla


giovedì 27 ottobre 2016

"Ceci n'est pas une pipe."
-René Magritte


« Chi oserebbe pretendere che l'immagine di una pipa è una pipa? Chi potrebbe fumare la pipa del mio quadro? Nessuno. Quindi, non è una pipa. »

Così come il pittore surrealista belga afferma con l'immagine originale che non si tratta di una pipa ma della rappresentazione di essa, allo stesso modo questa non è una gif, ma un'immagine ingannevole che istintivamente ci porta a cliccare per vedere l'animazione.

mercoledì 26 ottobre 2016

"L’oggetto dell’arte non è riprodurre la realtà, ma creare una realtà della stessa intensità."
-Alberto Giacometti


martedì 25 ottobre 2016

"Non andare dove il sentiero ti può portare; vai invece dove il sentiero non c’è ancora e lascia dietro di te una traccia."
-Ralph Waldo Emerson


lunedì 24 ottobre 2016

Nome del dipinto: "La classe di danza"
Autore: Edgar Degas (1834-1917)
Caratteristiche: olio su tela di cm 85x75
Anno: 1873-1875
Ubicazione: Musée d'Orsay, Parigi


Questo quadro è tra i primi appartenenti al tema delle ballerine, sviluppato in diversi quadri di Degas dopo il 1874 poiché, a causa della morte del padre, perse l'agiatezza economica e dovette iniziare a vendere i suoi quadri per vivere.
Questo tema, infatti, era particolarmente gradito ai collezionisti e al suo pubblico abituale, essendo un assiduo frequentatore di opere, balletti, spettacoli teatrali.
Il dipinto raffigura un gruppo di ballerine mentre assiste ad una lezione di danza impartita dall'anziano danzatore e coreografo Jules Perrot in una sala dell'Opera in rue Le Peletier.
Questa immagine coglie un attimo a caso dei mille possibili della lezione, per cui è possibile trovare espressioni naturali e spontanee, come il parlottio delle ragazze sullo sfondo o, maggiormente, la smorfia di fastidio della ragazza che si gratta la schiena in primo piano a sinistra.


Degas, contrariamente alla tecnica impressionista, usa sia il nero (per esempio nel nastro della bambina in primo piano) e il bianco (nel tutù di tutte le ballerine).
Ogni figura delle venti che appaiono, è ritratta nei propri atteggiamenti: i gesti sono naturali e informali; c'è chi si aggiusta i capelli, chi ha le braccia conserte, chi allunga le gambe, chi appoggia il viso alla mano a denotare l'affaticamento per la lezione. Nessuno dei personaggi risulta in posa.

Degas afferma infatti che amava rappresentarli come se "si guardassero dal buco della serratura".
Oltre l'apertura sulla parete sinistra si può notare una finestra attraverso la quale si intravede appena un paesaggio urbano.
La scena di interno è resa spaziosa dalla visuale prospettica, dall'alto, che sfonda verso destra, sottolineata dalle linee del parquet, diagonali che inquadrano la costruzione dell'opera e individuano un punto di fuga situato all'esterno della scena.
Lungo le linee diagonali che conducono la composizione verso il fondo, appare isolata la figura del maestro Perrot che controlla il passo della ballerina di turno.


La naturalezza del quadro è suscitata dal taglio fotografico dell'immagine ripresa dal basso verso l'alto.
Degas dedica un'attenzione particolare agli aspetti coloristici della luce nel definire le particolarità degli abiti, nel descrivere il movimento delle ragazze danzanti: il colore, steso con zone ampie e pennellate sintetiche, non descrive ma evoca materie e volumi.
Un altro particolare di questo quadro risulta essere la sensazione di estensione oltre i margini della tela; questo effetto suggerisce la transitorietà del momento immortalato dal pittore e la volontà dell'autore di superare la pittura accademica immobile.

"Nessuno può aggiungere niente a un albero, a un fiore.
Così una vera opera d’arte."
-Christian Friedrich Hebbel


domenica 23 ottobre 2016

"Scopo di ogni artista è arrestare il movimento, che è vita, con mezzi artificiali, e tenerlo fermo ma in tal modo che cent’anni dopo, quando un estraneo lo guarderà, torni a muoversi, perché è vita."
-William Faulkner


sabato 22 ottobre 2016

Nome del dipinto: "Campo di grano con volo di corvi"
Autore: Vincent Van Gogh (1853-1890)
Caratteristiche: dipinto a olio su tela di cm 50,3x100,5
Anno: 1890
Ubicazione: Van Gogh Museum (Amsterdam)


Comunemente, ma erroneamente, si ritiene che questo sia stato l'ultimo quadro dipinto da Van Gogh prima di morire; infatti non esistono fonti documentate al riguardo.
Il dipinto rappresenta lo stato d'animo tormentato e angosciato dell'artista che esprime uno straziante grido di dolore, accentuato dal ritmo vorticoso delle pennellate.
Una tempesta, quasi come un presentimento di lutto, si sta per abbattere su un campo di grano dal quale si leva, cupo e tenebroso, uno stormo di corvi neri in un basso volo disordinato.L'artista nutriva un profondo rispetto nei confronti delle forze della natura, e questo spiega perché dipinse cieli agitati in molte delle sue opere: egli infatti riteneva che il soggetto fosse dotato di un incalcolabile potenziale artistico se riprodotto su di una tela.


Il campo di grano, sconquassato senza pietà dal vento, è stato realizzato mediante vere e proprie frustate di giallo luminoso, mentre il cielo, inizialmente terso, è offuscato dall'intenso colore nero delle nubi che piano piano si calano ostili e minacciose avvolgendo inesorabilmente la luce.
Il dipinto è percorso da tre sentieri: in particolare, quelli presenti ai lati sembrano non avere né un punto d'origine né tanto meno condurre ad un punto preciso.

"Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco."
-Josef Koudelka


venerdì 21 ottobre 2016

Crisco Art è il nome con il quale l'autore di questo quadro si è fatto conoscere sui social network.
Si tratta in realtà di CRIstoforo SCOrpiniti, un giovane calabrese che in seguito ad alcuni problemi con il lavoro, ha scoperto la passione per la pittura e oggi vive della sua arte.
La sua tecnica è molto particolare e adotta l'utilizzo di colori fosforescenti che rendono il dipinto luminoso anche al buio. 


Le sue tele sono un trionfo di colori accesi, di cromie brillanti che esprimono la gioia e la positività, nelle sfumature e nei passaggi cromatici si percepisce l’urgenza di esprimere un mondo interiore che dichiara ufficialmente guerra agli abissi del buio.
Egli evidenzia dunque il suo amore per la luce, utilizza le tonalità più delicate ma anche quelle più forti. 



La sua produzione sembra seguire dei continui passaggi, degli incessanti cambiamenti di rotta verso percorsi di ricerca cromatica e di sperimentazione tecnica.
Infatti è possibile ritrovarsi nella dimensione figurativa di volti femminili, di icone contemporanee, nella dimensione astratta fatta di figure indeterminate e simboliche, nella dimensione paesaggistica fatta di suggestivi boschi e foreste dalla doppia simbologia, intesi come spazio inviolato, pulsante di vita ma anche come spazio oscuro, misterioso quasi impenetrabile.


Per saperne di più sui quadri e su dove trovali: clicca qui>>

"L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno."
-Pablo Picasso


giovedì 20 ottobre 2016

Nome della costruzione: "Palazzo Altemps"
Architetto: Melozzo da Forlì
Uso: Museo Nazionale Romano
Dove si trova: via Sant'Apollinare 46, Roma, Italia
Anno: 1477


Nel XV secolo cominciò a nascere il palazzo Altemps quale oggi lo conosciamo, nel dominio di diversi personaggi che si successero nel tempo a partire da Girolamo Riario, che ne fece fare il disegno al celeberrimo Melozzo da Forlì.
Girolamo, nipote (o forse figlio naturale) di Sisto IV, avrebbe voluto completarne l'edificazione per il suo matrimonio con Caterina Sforza, nel 1477, ma i lavori non furono conclusi prima del 1480.
Caduta con la fine di Sisto IV la fortuna dei Riario, nel 1511 il palazzo fu acquistato, ampliato e decorato dal cardinale Francesco Soderini (architetti Antonio da Sangallo il Vecchio e Baldassarre Peruzzi, al cui intervento si deve il cortile maggiore).


Tra il 1513 e il 1518 fu dimora del cardinale mediceo Innocenzo Cybo.
Dopo essere stato residenza degli ambasciatori spagnoli il palazzo fu acquistato nel 1568 dal cardinale austriaco Marco Sittico Altemps che ne fece la residenza del casato ormai italianizzato. Si deve a lui l'istituzione della Biblioteca Altempsiana, poi confluita nella Vaticana, e la prima collezione di sculture antiche.


Qualche papa dopo, Clemente VIII Aldobrandini, nel 1604, donò alla famiglia le spoglie di papa Aniceto per arricchirne la cappella privata, ma il figlio Giovanni Angelo Altemps secondo duca di Gallese, fece dipingere nella stessa cappella del palazzo, nel 1617, un grande affresco che riproduceva la decapitazione del padre.


È a Giovanni Angelo che si deve il primo teatro (poi denominato Teatro Goldoni) costruito nel palazzo. Ed è qui che nel 1690 venne fondata l'Accademia dell'Arcadia.
Nel Settecento il palazzo fu affittato come sede diplomatica francese dal cardinale Melchior de Polignac e fu sede di grande mondanità e lusso: vi si recitò tra l'altro Metastasio e vi suonò anche Mozart, durante il suo soggiorno romano.
Passato nel XIX secolo alla Santa Sede, ha ospitato dal 1871 al 1903 l'istituto scolastico de Merode, trasferito successivamente nei pressi di piazza di Spagna. 
Fu acquisito al patrimonio dello Stato nel 1982 tramite l'acquisto da parte del Ministero dei Beni Culturali. È attualmente utilizzato per tre quarti dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma come sede del Museo Nazionale Romano.
Nel 2013 il circuito museale del Museo Nazionale Romano è stato il ventunesimo sito statale italiano più visitato.

Per saperne di più sulla visita del palazzo: clicca qui>>

"E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse."
-Milan Kundera


mercoledì 19 ottobre 2016

Nome del dipinto: "Archeological Reminiscence of Millet’s Angelus"
Autore: Salvador Dalí
Caratteristiche: olio su tavola di cm 12 1/2 x15 1/2 (misure americane)
Anno: 1935
Ubicazione: collezione privata

(Dalí)

L'artista visualizzata la coppia "Angelus" dal dipinto di Jean-François Millet. Come risultato dei suoi ricordi, Dalí dipinge le figure come antiche torri sulla pianura Ampurdan, un'atmosfera carica di una qualità preistorica inquietante.
Dalí associa le figure che si inchinano ai monoliti (menhir) che ha visto in alcune parti della Catalogna.

(Millet)

Dalí dipinge la femmina leggermente più alta della figura maschile, con i suoi tratti simile ad una mantide religiosa.
Nella sua analisi del significato latente del dipinto, Dalí ritiene che la femmina non sia solo il partner dominante, ma anche una minaccia sessuale per il maschio.


Questo allude alla affermazione di Dalí che la pittura di Millet rappresenta la repressione sessuale, la paura maschile e l'impotenza e nel suo lavoro Dalí ha aggiornato la tradizione popolare simbolista del XIX secolo della donna in un contesto surrealista, estendendo il messaggio dei pericoli impliciti della sensualità femminile.
Il tema principale del quadro rielaborato potrebbe anche collegarsi ad un significato psicologico personale, riguardante Dalí stesso.

"Chi vede il volto umano correttamente: il fotografo, lo specchio o il pittore?"
-Pablo Picasso


martedì 18 ottobre 2016

La natura immersiva della realtà virtuale ha permesso ad alcuni artisti di esplorare nuovi orizzonti e di sviluppare nuovi modi di diffondere le loro idee attraverso mezzi interattivi.
Goodby Silverstein&Partners>> ha quindi creato i "Dreams of Dalí", un’esperienza in VR (Virtual Reality) che sarà basata sul famoso artista spagnolo Salvador Dalí.
Il progetto si focalizzerà sul famoso dipinto dell’artista "Archeological Reminiscence of Millet’s Angelus" e sarà parte di una nuova esposizione che verrà lanciata dal Salvador Dalí Museum a St. Petersburg, in Florida.
Questa esperienza farà a sua volta parte di un progetto più grande chiamato "Disney e Dalí: Architetti dell’immaginazione."


Usando un dispositivo Oculus Rift (HMD) si verrà catapultati all’interno del dipinto stesso, con la possibilità di muoversi e di esplorare l’intero mondo virtuale realizzato ad hoc per l’esperienza: si potrà camminare intorno a delle sculture alte come torri, entrarvici e vedere dall’alto il vasto panorama.


L'agenzia Goodby Silverstein&Partners ha dichiarato quanto segue:
« Mesi di ricerca su "Archeological Reminiscence of Millet’s Angelus" sono stati necessari per portare lo scenario in vita, ad un livello tale per cui lo spettatore sarà il più vicino possibile a ciò che Dalí stesso avrebbe potuto pensare nella sua testa prima ancora di creare il dipinto. »

Per saperne di più sul quadro: clicca qui>>

"Voglio mostrare i miei colori, essere vario, ma allo stesso tempo voglio essere l'oscurità."
-Anonimo


lunedì 17 ottobre 2016

"L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è."
-Paul Klee


domenica 16 ottobre 2016

"Arte è ciò di cui non si capisce il significato, ma si capisce avere un significato."
-Anonimo


sabato 15 ottobre 2016

Ecco una presentazione dei quadri più belli del famoso pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir.
Non c'è nient'altro da aggiungere: basta dissociarsi per un attimo dal mondo per poter cogliere la suggestione di questi capolavori.


"Ho una malattia si chiama fantasia: porta quasi all’eresia ed è considerata pazzia…"
-Il capellaio matto 
(Alice in Wonderland)


venerdì 14 ottobre 2016

"Il colore è un potere che influenza direttamente l’anima."
-Wassily Kandinsky


Per saperne di più sul quadro: clicca qui>>

Nel 2013 il circuito museale del Museo Nazionale Romano è stato il ventunesimo sito statale italiano più visitato.
La visita del Palazzo si svolge su due piani disposti intorno ad un bellissimo cortile decorato da una fontana monumentale.
L’edificio conserva parte degli affreschi e delle decorazioni originari che si possono ammirare soprattutto nella loggia dipinta e nella chiesa dedicata a papa Sant’Aniceto.


Al di sopra del fabbricato svetta l’altana, una torre-belvedere sormontata dallo stambecco rampante, stemma della famiglia Altemps.


La sede raccoglie le prestigiose collezioni di scultura antica appartenute a nobili famiglie romane e in seguito pervenute in proprietà dello Stato, tra cui:
  • la collezione Ludovisi Boncompagni;
  • la collezione Mattei;
  • la collezione Altemps;
  • la collezione del Drago;
  • la collezione Brancaccio;
  • la collezione egizia.
Ecco un video sui capolavori presenti all'interno del palazzo:


Il palazzo comprende anche l'antico teatro privato, attualmente spazio adibito ad esposizioni temporanee.

giovedì 13 ottobre 2016

Nome della costruzione: "Castello di Drachenburg"
Architetti: Leo Von Abbem, Bernard Tushaus e Wilhelm Hoffmann
Dove si trova: a 15 km a sud di Bonn, Germania
Periodo: fine Ottocento



Il castello ha origine negli ultimi anni dell'Ottocento dalla volontà di Stephan Sarter, figlio di un locandiere di Bonn che decise di avviarne la costruzione affinché egli potesse avere una dimora, una villa, un palazzo e un castello allo stesso tempo.
Nei suoi anni di storia il castello ha subito numerosi cambi di destinazione.
Infatti, esso venne successivamente reso un'attrazione turistica con un ristorante e una galleria d'arte.

Dopo aver ospitato anche associazioni femminili e scuole cattoliche, nel 1942 il castello ospitò la Adolf Hitler Schule di credo nazista. Durante la Seconda Guerra Mondiale esso venne bombardato e occupato poi dagli americani come un campo profughi.
Solo nel 1947 finalmente si restaurò la galleria d'arte ma venne abbandonato nuovamente fino al 1960.
Piuttosto che lasciare che venisse abbattuto, Paul Spinat, un eccentrico imprenditore del posto, comprò il castello, lo fece restaurare e lo aprì al pubblico usandolo spesso come residenza personale.
Nel 1986 il castello divenne monumento nazionale e venne restaurato ancora per far esaltare tutta la sua bellezza.



All'interno del castello è un susseguirsi di opere d'arte, colori dalle calde tonalità e tanto legno.
Compare una grande scalinata fiancheggiata da finestre con vetri colorati e che un tempo era adornata da 24 dipinti monumentali.
La sala da pranzo merita particolare attenzione per via dei vari dipinti rappresentanti scene di caccia.
E' anche interessante la "stanza dei Nibelunghi", che deve il nome al grande dipinto che illustra alcune delle scene più importanti dell'opera "La Canzone dei Nibelunghi".
La biblioteca è adornata da uno splendido soffitto in legno e in passato vi erano grandi finestre che circondavano la stanza, rappresentanti le differenti branche del sapere.
Per ultima, la stanza della musica è riconoscibile dall'imponente pianoforte creato appositamente per il castello.

"It's just another night
And I'm staring at the moon
I saw a shooting star
And thought of you
I sang a lullaby
By the waterside and knew
If you were here,
I'd sing to you."
-Ed Sheeran 


Traduzione:
È solo un'altra notte
e sto fissando la luna,
ho visto una stella cadente
e ho pensato a te.
Ho cantanto una ninna nanna
in riva al fiume e sapevo che
se tu fossi stata qui,
l'avrei cantata a te.

mercoledì 12 ottobre 2016

"L'arte lava via dall'anima la polvere della vita di ogni giorno."
-Pablo Picasso


Nome del dipinto: "Deposizione"
Autore: Rogier Van der Weyden (1389-1464)
Caratteristiche: olio su tavola di cm 220x262
Anno: 1433-1435
Ubicazione: Museo del Prado (Madrid)


Il dipinto ha l'insolita forma di una "T" rovesciata e molto probabilmente era originariamente corredato da sportelli che permettevano la chiusura dell'immagine principale al di fuori di certe feste religiose.
Le figure sono disposte sul registro orizzontale, in particolare quella di Gesù e di Maria, che ricalca la posa del primo a sottolineare la sua partecipazione anche fisica alle sofferenze del figlio.
I gesti sono contratti e le linee sono spesso spezzate e ricorrono ritmicamente e con simmetrie. Le figure sono collocate in profondità e talvolta assecondano l'andamento della cornice, come quelle curve della Maddalena, all'estrema destra, e di san Giovanni, sul lato opposto.
Il perno è la figura esangue del Cristo, in posizione obliqua. 



In questo capolavoro ricco di colori, di stoffe preziose, quasi una rappresentazione teatrale della Deposizione, Van der Weyden raffigura il dolore per la morte di Cristo; i personaggi soffrono e piangono e le lacrime scendono pesanti, quasi solide sui loro volti.
Si notano anche le vene gonfie per lo sforzo del pianto di Giuseppe d'Arimatea.