Chi l'ha create: Bruno Catalano>>
Dove si trovano: Dalle sponde di Marsiglia, fino all’aeroporto di Singapore, passando per le strade innevate di Courchevel.
Sono i Voyageurs, i gruppi scultorei di Bruno Catalano, creature eteree, affascinanti nel misterioso rapporto tra vuoto e pieno, capaci di instaurare un dialogo con il mondo circostante, fino ad identificarsi con esso.
Sono migranti o nomadi, muniti di una valigia alla mano e di una speranza nel cuore alla ricerca di una vita migliore. Uomini per così dire “perforati” e forse ridotti a pezzi, come li ha resi metaforicamente l’ambiente circostante. Con uno sguardo introspettivo procedono con passo incerto verso una realtà sconosciuta.
Statue che sembra abbiano perso ogni organo vitale. In questo vuoto paradossalmente vi è rinchiuso il tutto, il mondo intero, quello di un’esperienza di chi ha viaggiato ed è cresciuto ulteriormente nell’avvicinarsi e nello scontrarsi con le culture altrui.
“Nel mio lavoro, sono alla ricerca del movimento e dell’espressione dei sentimenti; faccio emergere dall’inerzia nuove forme e riesco a levigarle fino a dare loro nuova vita. Proveniente dal Marocco anche io ho viaggiato con valigie piene di ricordi che rappresento cosi spesso nei miei lavori. Non contengono solo immagini ma anche vissuto, i miei desideri: le mie origini in movimento”-dice l'artista.
Le sculture di Bruno Catalano si innestano nel tessuto urbano; sono corpi lacerati in uno spazio da cui si intravedono scorci e prospettive diverse a secondo delle nostre capacità immaginative.
Non a caso questi soggetti scultorei trovano dimora in luoghi di transito, piazze, aeroporti, porti di mare.
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